Medicine and pharma
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Editorial, English into Italian
Inequity of access to vaccines has posed a significant barrier to vaccination in low- and middle-income countries (LMICs), despite calls for action to achieve equitable distribution and production of COVID vaccines from WHO and the UN Development Programme. In addition to the health risks to unvaccinated individuals of contracting COVID-19, greater opportunities for infections and viral mutations leave the world vulnerable to the emergence of new variants which threaten to evade our defences and undo progress made. Most recently, this has been seen in the emergence of the Omicron variant of concern. It is without doubt that vaccination rollout must be equitable and fair on a global scale. Despite tireless efforts by public health experts to extol the benefits of vaccine equity throughout the pandemic, global vaccination rates remain woefully unequal. As of February 1, 2022, approximately 183 COVID-19 vaccine doses had been administered per 100 people in high-income countries, compared to just 14 doses per 100 people in LMICs. The COVID-19 Vaccines Global Access (COVAX) initiative was launched in April 2020 with the intention of addressing this imbalance through accelerated development, production and equitable distribution of vaccines. Yet, by December 30, 2021, only 7 African countries had achieved their target 40% vaccination rates, which leaves us with the question of how vaccine inequity can be tackled and what can be done to overcome barriers to vaccination.
La mancanza di un accesso equo ai vaccini è una barriera importante alla vaccinazione nei paesi a reddito medio-basso (LMICs), nonostante le esortazioni dell’OMS e del Programma di Sviluppo dell’ONU per raggiungere una distribuzione e produzione equa dei vaccini anti COVID. Oltre al rischio per le persone non vaccinate di contrarre il COVID-19, la maggiore possibilità di infezione e le mutazioni virali rendono il mondo vulnerabile alla comparsa di nuove varianti che minacciano di evadere le nostre difese e vanificare il progresso compiuto, come si è recentemente visto dall’emergere della variante di preoccupazione Omicron. La distribuzione dei vaccini dovrebbe certamente essere equa e giusta su scala globale; tuttavia, nonostante i prolungati sforzi dall’inizio della pandemia da parte degli esperti di sanità pubblica nel risaltare i benefici dell’equità vaccinale, i tassi di vaccinazione globale rimangono purtroppo ineguali. Al 1° febbraio 2022 nei paesi ad alto reddito sono state somministrate circa 183 dosi di vaccini anti COVID-19 ogni 100 persone, rispetto a 14 dosi ogni 100 persone nei LMICs. Ad aprile 2020 è stata lanciata l’iniziativa COVAX (COVID-19 Vaccines Global Access) con l’intenzione di affrontare questo squilibrio tramite lo sviluppo, la produzione e la distribuzione equa dei vaccini. Ciononostante, al 30 dicembre 2021 solo 7 paesi africani avevano raggiunto il loro obiettivo di un tasso di vaccinazione al 40%, il che ci lascia con l’interrogativo di come sia possibile contrastare l’iniquità vaccinale e di quali siano le misure da adottare per superare le barriere alla vaccinazione.
The translated content is a paragraph from: The PLOS Medicine Editors (2022) Vaccine equity: A fundamental imperative in the fight against COVID-19. PLoS Med 19(2): e1003948.
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Research article, German into Italian
Schätzungen gehen davon aus, dass in Deutschland zwischen 12,7 % und 18,0 % der über 40jährigen an einer überaktiven Blase (Overactive Bladder; OAB) leiden. Dies entspricht 6,5 Millionen bis 9,2 Millionen Personen. Irwin et al. gehen in ihrer Untersuchung von 8,0 Millionen betroffenen OAB-Patienten älter als 18 Jahre aus. Klotz et al. schätzen zudem, dass ein Drittel der OAB-Patienten an einer Harninkontinenz leiden. Entgegen der Volksmeinung erkranken Männer ebenso häufig an einer überaktiven Blase wie Frauen. Lediglich in Verbindung mit der Dranginkontinenz ist die Prävalenz deutlich höher als bei Männern. Grundsätzlich treten die Beschwerden der überaktiven Blase in allen Altersgruppen auf; die Wahrscheinlichkeit an einer OAB zu erkranken steigt jedoch mit zunehmendem Alter an.Für Deutschland existieren bisher nur wenige Studien zu den Kosten der OAB. Reeves et al. ermitteln direkte Kosten von rund 950 Millionen Euro für das Jahr 2000 und gehen von einem Kostenanstieg von 29 % bis zum Jahr 2020 aus. Die Hauptkosten machen dabei Inkontinenzeinlagen (600 Millionen Euro) und Arzneimittel (200 Millionen Euro) aus. Klotz et al. schätzen ebenfalls die direkten Kosten der OAB, beziehen jedoch auch Ausgaben für Pflege (Pflegeheime) und für Nebenerkrankungen wie Depression mit ein. Sie kommen zum Ergebnis, dass die Kosten für die OAB in Deutschland bei circa 4 Milliarden Euro liegen, wobei jeweils rund 1,8 Milliarden Euro von der Krankenversicherung sowie der Pflegeversicherung getragen werden. Die Kosten für Arzneimittel schätzen sie auf 80 Millionen Euro, lediglich zwei Prozent der Gesamtkosten der OAB. Irwin et al. schätzen die direkten Kosten der OAB ohne Aufwendungen für Pflege auf 1,2 Milliarden Euro. Die Kosten für die Pflege werden mit weiteren 1,6 Milliarden Euro veranschlagt. Für indirekte Kosten, die mit dem Produktionsverlust verbunden sind, ermitteln die Autoren einen Wert von 375 Millionen Euro.
Secondo le stime, in Germania tra il 12,7% e il 18,0% degli over 40 soffre di vescica iperattiva (Overactive Bladder; OAB); ovvero tra 6,5 e 9,2 milioni di persone. Nel loro studio, Irwin et al. ipotizzano 8,0 milioni di pazienti over 18 affetti da OAB. Klotz et al. stimano inoltre che un terzo dei pazienti con OAB sia affetto da incontinenza urinaria. Contrariamente all’opinione diffusa, gli uomini soffrono di vescica iperattiva tanto quanto le donne e solamente nel caso dell’incontinenza da urgenza la prevalenza tra le donne è nettamente superiore rispetto agli uomini. In linea di principio, i disturbi della vescica iperattiva affliggono tutte le fasce di età; tuttavia, la probabilità di sviluppare OAB aumenta con l’età.Al momento esistono solo pochi studi riguardo i costi dell’OAB in Germania. Reeves et al. calcolano i costi diretti intorno ai 950 milioni di euro per l’anno 2000 e ipotizzano un incremento dei costi del 29% entro il 2020. I costi principali sono rappresentati dai pannolini da incontinenza (600 milioni di euro) e dai farmaci (200 milioni di euro). Anche Klotz et al. stimano i costi diretti dell’OAB, includendo però anche le spese relative all’assistenza (case di cura) e alle patologie concomitanti come la depressione. Dai risultati si evince che i costi per l’OAB in Germania si aggirano sui 4 miliardi di euro, dei quali circa 1,8 miliardi sono coperti dall’assicurazione sanitaria nonché dall’assicurazione contro l’infermità. I costi relativi ai farmaci sono stimati intorno agli 80 milioni di euro, solamente il 2 percento dei costi totali legati all’OAB. Irwin et al. valutano i costi diretti dell’OAB senza considerare le spese di assistenza intorno agli 1,2 miliardi di euro. Il costo dell'assistenza è quantificato per altri 1,6 miliardi di euro. Per quanto riguarda i costi indiretti, correlati al calo della produttività, gli autori determinano un valore di 375 milioni di euro.
The translated content is a paragraph from: Felder, S., Mayrhofer, T. Eine vergleichende Kostenanalyse von sechs Anticholinergika zur Behandlung der überaktiven Blase und Inkontinenz in Deutschland. PharmacoEcon. Ger. Res. Artic. 11, 65–76 (2013).
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